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IL PRODIGIO DELL'ALBA SULLA GRAVINA DI MOTTOLA

Ragazzi, assistere al prodigio dell'alba sulla gravina di Petruscio a Mottola è una esperienza unica. 

Dietro di me, ai miei piedi, si apre la gola della Gravina con le sue duecento grotte di Dio scavate nella roccia. 

No, non sono alle rovine di Kasbah in Marocco ma alla Torre Petruscio della Gravina di Mottola. Torre di origine longobarda.

Scendiamo nel villaggio rupestre ipogeo. Visitiamo questo prezioso scrigno di grotte tra i più antichi al mondo.

             Angelo scatta foto fuori e dentro la grotta dell'Igumeno, il capo religioso del monastero. 

Il vento ci impedisce le riprese dall'alto con il drone. Mentre ci "graviniamo", una nostra telecamera posta sull'orlo del burrone riprende in time-lapse il prodigio dell'alba sul villaggio ipogeo.

Salutiamo la Gravina di Petruscio con un inchino in cima alla scalinata. 

  Ragazzi, credeteci, è una meraviglia. Vale la pena di alzarsi alle cinque del mattino per assistere ad uno spettacolo della natura che accade solo in questo angolo del mondo. 

Prima della partenza il sole ci saluta con i suoi raggi. E' un nuovo giorno, è una nuova speranza.

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Se volete vivere con noi delle indimenticabili avventure a piedi nel triangolo delle meraviglie (gravine, trulli, mare) SCRIVETECI! 

Vi accompagneremo in un viaggio intimo nella terra dei trulli e delle gravine, tra grotte preistoriche, antiche masserie e chiese rupestri, tra vigneti, uliveti, mandorli, frutteti e leggende che aspettano solo di essere raccontate da chi, questa incantevole terra, la abita da sempre.

Con noi potrete godervi ogni momento dell'escursione, dal fruscio del vento nella gravina all’ingresso in una grotta, dal ristoro nelle masserie all’impronta di un fossile, dal silenzio di una cripta al racconto sui briganti, senza il pensiero di scattare foto ricordo, perchè saremo noi a farlo per voi realizzando col drone foto da terra e un video souvenir dal cielo, da guardare e rivedere ogni volta lo vorrete, da soli o in compagnia.

ALLA SCOPERTA DELLA CAVERNA DEL BRIGANTE SERGENTE ROMANO 

Ragazzi, partiamo da contrada Citignano, tra Martina e Massafra. Prendiamo a destra una sterrata in leggero falsopiano e poi una salita fitta di macchia mediterranea. In cima si apre una spettacolare vista della costa ionica, del massiccio del Pollino, di Mottola.

Saltiamo degli antichi muri a secco e ci fermiamo sull’orlo della Gravina del Vuolo, autentico fiume fossile, completamente ricoperto da bosco di fragno e macchia mediterranea. La discendiamo per un tortuoso sentiero all’ombra del sottobosco. La pendenza è al 45%. Schiviamo nidi di calabroni, fiori di elianto, impronte di cinghiale sull’uscio di caverne preistoriche.

Finalmente, la nostra caverna! Un’ampia cavità carsica, rifugio del brigante Sergente Romano!

L’aria frizzante ci rende un po’ goliardici, così leggiamo in coro il giuramento di sangue che, nel lontano 1862, il Brigante strinse con la compagine di 200 difensori del regno delle Due Sicilie.  

Ragazzi, i profumi del luogo, la bellezza dei colori e la passione per la nostra storia sono stati i contorni magici di questa splendida, indimenticabile giornata alla caverna del brigante Sergente Romano. Torniamo al punto di partenza dal bosco, lungo una comoda mulattiera della transumanza, graziati da un temporale che esplode all’improvviso.

SUI SENTIERI DELL’ANTICO VILLAGGIO RUPESTRE DEL TRIGLIO

Ragazzi, siamo al Santuario San Michele in Triglie, eretto nel ‘700 in un punto in cui la tradizione poneva l’antico santuario greco di Diana Trigliantina, al confine tra Crispiano e Statte.

Attorno abbiamo un insediamento rupestre bizantino, con tracce dell’età del Bronzo e del periodo classico.

Qui le grotte sono state abitate dal Neolitico sino agli anni ’60. 

Lungo il sentiero troviamo una trentina di pozzetti d’areazione dell'antico acquedotto sotterraneo, datato 123 a.C., che portava acqua alla città di Taranto.

Lo splendore del sole che sorge sul rivolo d'acqua dell'antico acquedotto risveglia le corolle ai bianchi fiori che abitano la gravina.

Qualcuno ha detto che entrare nelle grotte rupestri è un viaggio per esploratori del bello.

E’ così anche qui, nella Cripta di San Cipriano, a pochi metri dal Santuario di San Michele.

La cripta basiliana, risalente al IX sec., è stata il principale luogo di culto dell’antico villaggio di Triglie, insediamento rupestre di cui restano anche otto sepolture scavate nella roccia e i resti delle abitazioni primitive. 

Angelo ha ripreso con il drone l'intera escursione descrivendo con accuratezza

il fascino e le potenzialità di questo paesaggio culturale vivente. 

PASSEGGIATA NELLA RISERVA NATURALE "BOSCO DELLE PIANELLE"

Ragazzi, siamo al Bosco delle Pianelle, tra Martina Franca, Crispiano e Massafra.

 Posto incantevole! 

Bellissimi i percorsi nel bosco, ideali per una giornata fuori anche con bimbi abbracciati dalla natura.

Quando si entra ufficialmente nel Bosco si ha la sensazione di entrare proprio in uno di quei boschi raccontati nelle fiabe.

La natura è avvolgente, la vedi e la senti dappertutto. 

Inoltre ci si può imbattere in grotte, fogge, piante protette, alberi monumentali e...in una volpe che va pazza per la pizza!

Salutiamo Le Pianelle con la consapevolezza di avere attraversato un bosco che ci ha regalato belle emozioni.

Abbiamo portato cellulari per scattare foto e zaini per il pranzo a sacco, ma solo ora che la nostra meravigliosa avventura sta per finire sentiamo nostro l’antico adagio:”Lascia che la tua memoria sia la tua sacca da viaggio”.

IN CAMMINO SULLE ROTAIE DELLA STORICA FERROVIA "NASISI" DI TARANTO 
PLANANDO DA UN PONTE ALL'ALTRO

Ragazzi, non è il solito, lungo titolo di un film della Wertmüller ma è l’escursione sulle rotaie della più antica ferrovia dismessa di Taranto, quella sulla CircumMarPiccolo, costruita nei primi del Novecento e usata nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Il nostro cammino inizia dal pontile in ferro vicino alla masseria S.Pietro, oggi Ristò, e prosegue per alcuni chilometri, nella macchia mediterranea, fino al ponte sul canale D'Ajedda.

Numerose pietre, simbolo della nostra Puglia, sono li, ad aprirci la strada, per un cammino che genera nuove prospettive. 

Sulla nostra destra, possiamo ammirare a distanza il Mar Piccolo, con i suoi citri e le sue piantagioni di cozze.

Meravigliosa la cascata di luce che lo travolge e che risalta la bellezza della chiesetta Madonna di Fatima,

 un luogo di culto e preghiera per uomini che vivono di mare oltre che di fede,

costruito pietra su pietra da un signore ottantenne di Monteiasi.

Al cospetto di cotanta bellezza Angelo non resiste a tenere il suo drone chiuso in zaino. Chi può dargli torto?

Questo scorcio di paradiso merita proprio di essere immortalato dall'alto ora e subito!

Ed ecco a voi, qualche piccolo scatto del ponte della ferrovia abbandonata sul tratto che attraversa il Canale d'Ajedda

Ragazzi, siamo arrivati alla meta, la nostra escursione termina qui.

Prima di salutarci, date un'occhiata al video che abbiamo girato dal cielo.

 Se il cameraman olandese Daan Verhoeven può trattenere il respiro sott'acqua per sei minuti, il nostro Angelo può trattenerlo in volo per solo due minuti e mezzo, ma col valore aggiunto che il suo è uno spettacolo..acrobatico! 

ALLA RICERCA DEI TRULLI PERDUTI - CONTRADA GROTTA DI PILANO A CRISPIANO

Ragazzi, oggi siamo nei pressi delle storiche masserie Russoli e Pilano; ed eccoci d’improvviso in un nuovo mondo. 

Oggi camminiamo alla “ricerca dei trulli perduti” tra asinelli di Martina Franca che pascolano liberi, conchiglie fossili che spuntano su antichi muri a secco e trulli decadenti, ma dal fascino pervasivo. 

Ed ecco i trulli che cercavamo, nascosti tra gli ulivi, sparsi e solenni come monumenti, in tutte le forme che esprimono sulla terra l’aspirazione della pietra a vincere la gravità, a innalzarsi come piante; trulli serrati da porte di legno. E se aperti, protetti all’ingresso da spinose piante, le sole vestali dei luoghi “sacri” della nostra amata terra.

Il termine trullo deriva dalla parola greca trullos che significa cupola. Una modesta ma confortevole casa costruita dai contadini che sagacemente utilizzavano la materia prima più abbondante qui da noi: la pietra calcarea.

Non tutti i trulli sono belli ed abitabili. Ve ne sono alcuni diroccati, isolati, diruti, che meritano uguale rispetto, si ergono in piedi, nonostante l'abbandono. Sono trulli magari mal messi ma dignitosi.

Se solo potessero parlare ci racconterebbero la storia e la fatica dei nostri contadini, ai quali offrivano ombra e riposo. 

I trulli, queste stupende, storiche, costruzioni, testimonianze di una civiltà contadina indistruttibile,

continuano a cadere, distrutti dal tempo e dall’incuria dell’uomo.

Noi, oggi, siamo stati qui a rendergli onore. 

DESTINAZIONE: GROTTA DELLE ARNIE IN GRAVINA MAZZARACCHIO A STATTE

Ragazzi, oggi andiamo alla ricerca dell'apicoltura nel passato.

 Un cammino nelle murge tarantine, oggi terra di vino ed olio, testimonia come nei tempi passati vi fosse praticata una intensa attività apistica. Partiamo dall'incantevole Castello Todisco per raggiungere, lungo una pineta, la Grotta delle Arnie, immersa ad est della gravina di Mazzaracchio. 

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Mentre camminiamo tra pini ed ulivi, con sorpresa notiamo sulla nostra sinistra, a ridosso di un muretto a secco, delle moderne arnie posizionate li da qualche provetto apicoltore.

Ma a noi oggi interessa solo quella antica, scavata nel tufo, a lato di una antica grotta! Perciò tiriamo dritto.

Ed eccoci nella gravina di Mazzaracchio, ci addentriamo ed arriviamo ad una gradinata scolpita nella roccia che ci porta giù, di fronte ad una grande arnia rettangolare scavata nel tufo, all'interno della quale si allevavano api per la produzione del miele e della cera. Attraverso un piccolo e basso portale di pietra,  siamo alla Grotta delle Arnie.

Nel tarantino di arnie, scavate pazientemente nella dolce e malleabile pietra, dalla preistoria al medioevo, ce ne sono tante.

Ci colpisce una incisione circolare all'intero dell'incavo carsico dell'arnia, sembrerebbe un sole o forse un ramo con delle foglie.

Il cultore del nostro gruppo Paolo ci ricorda che la prima testimonianza del rapporto tra uomo e api è una incisione risalente a ben 16.000 anni fa, scoperta in Spagna nella grotta del ragno a Bicorp

E' il momento di imboccare il sentiero del ritorno.

La bella giornata e la rigogliosa natura sono riuscite a impreziosire la nostra escursione.

Oggi abbiamo visitato un sito rupestre che ci ha rimandato indietro nella storia del nostro territorio, al suo legame con questa particolare  forma di allevamento, l'apicoltura, che veniva praticata molto diffusamente nelle campagne e le cui tracce storiche, dette"avucchiare", sono rinvenibili negli anfratti calcarei delle gravine e nelle antiche masserie.

A qualcuno scappa l'idea di un tour del tipo "Sui sentieri del miele, tra gravine e masserie"...E perchè no? 

ALLA SCOPERTA DELLE MERAVIGLIE DEL TRIGLIO

Ragazzi, lo scorso 2 giugno abbiamo portato una ventina di persone, tra insegnanti, bimbi e loro genitori, ma anche cari amici, sul nostro territorio, ai confini tra Crispiano e Statte,  per fare conoscere le sue bellezze naturali e culturali e raccontarle a tanti altri. 

Sono ai pozzetti di areazione dell'acquedotto del Triglio e spiego ad un gruppo di visitatori le meraviglie del nostro territorio. 
In questo scatto racconto la leggenda tramandata dai più anziani abitanti della gravina: la sfida tra mago Silvano e strega Malvagia. A Taranto c'era la siccità e la popolazione languiva. Chi avrebbe portato l'acqua per primo ai tarantini?
Mentre la strega si scervellava, il mago pensò bene di convogliare l'acqua per una galleria sotterranea da Monte di Crispiano alla città. Cosi l'intera popolazione tarantina fu dissetata...Grazie all'amico Salvatore Centonze per la foto.

Camminiamo nella gravina del Triglio tra i colori della natura, un paesaggio mozzafiato ed un esteso insediamento rupestre di cui restano sepolture, abitazioni in grotta e gli affreschi della chiesa di San Giuliano (o San Cipriano) del XI secolo d.C.

Ci rimettiamo in cammino. Il sole, alle 10.00, picchia forte!

Ci affrettiamo ed arriviamo al Santuario di San Michele in Triglio dove ci aspetta il bravo e disponibile custode signor Sante.

Tempo per un selfie e siamo giù alla grotta sottostante l'antico santuario subdivo.

Tutti rimangono estasiati dal fascino dell'ambiente ipogeo e dalle informazioni che io e Sante adduciamo.

I bimbi più degli adulti. 

Io, Angelo ed Andrea, siamo entusiasti dal riscontro positivo che percepiamo.

In fondo, quella di oggi, è solo una escursione di prova e le insegnanti che ci seguono, da settembre, accompagneranno insieme a noi circa 175 piccoli allievi con i loro genitori a ripetere la bella esperienza.

A ben pensarci, ci vuole poco a promuovere e a valorizzare il nostro territorio.

Se lo abbiamo fatto noi, a costo zero..potrebbero farlo anche i politici!

Forse ho detto qualcosa di strano?

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Giù nella grotta la fresca ombra ci fa dimenticare il caldo di fuori.

I bimbi sono esausti.

Cosi un gruppo si stacca per tornare a casa e l'altro prosegue verso la gravina della Masseriola, una delle più belle masserie settecentesche di Crispiano. Giunti sull'orlo della gravina, scegliamo il silenzio.

E' troppo l'incanto! Sembra di trovarci a planare nel cielo come fa il drone di Angelo

e di contemplare da lassù la sua maestosa profondità.

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Ed ecco finalmente il video della nostra escursione girato da Angelo con il suo super-drone! 

Buona visione, ragazzi! 

Grazie! Il messaggio è stato inviato.

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